Oggi  parliamo di Sara, una lettrice molto vicina alla nostra rivista. Vicinissima. Praticamente attaccata.

Si, perché Sara non è soltanto un’abbonata del Salvagente, ma è soprattutto una donna che lavora all’interno della redazione!

Ho conosciuto Sara diversi anni fa, sostenne il colloquio iniziale direttamente con me.

Mi colpirono subito i suoi modi pacati, gentili e affabili. Sai quelle persone che appaiono piuttosto equilibrate, che quindi non hanno bisogno di alzare la voce per dare peso alle loro parole?

Sara era così, e di cose giuste ne diceva parecchie. Della nostra chiacchierata ricordo in particolare un paio di sue riflessioni, relative al fatto che la vita andasse presa con calma, senza ansie, cercando il più possibile di apprezzare i singoli momenti.

Secondo lei la cosa giovava anche lavorativamente, la rendeva più concentrata.

Col senno di poi, non posso darle torto. Sara è una lavoratrice eccezionale, brillante motivata e capace, rappresenta uno dei pilastri del nostro team.

Tornando a quel famoso colloquio iniziale, insomma, fui impressionato positivamente. Sapevo che Sara avrebbe fatto parte della nostra squadra, tuttavia ci demmo un secondo appuntamento, una formalità per consentirci di chiarire le idee e riflettere sul da farsi.

La accompagnai all’uscita e tornai nel mio ufficio, quel giorno ero sommerso di impegni.

Qualche minuto dopo sentii strani rumori provenire dalla strada. Il mio ufficio affaccia su due lati verso l’esterno, peraltro in una zona di Roma piuttosto trafficata, tuttavia non si trattava dei normali rumori di vita urbana, tanto da destare la mia attenzione.

Urla, clacson e parole incomprensibili. Probabilmente qualcuno stava litigando.

Mi affacciai per vedere cosa stesse succedendo, ma quello che vidi mi lasciò di stucco.

Sara, la pacata, calma ed equilibrata Sara, stava discutendo animatamente con un ausiliario del traffico, reo di averle comminato una multa.

Non potevo credere a quello che vedevo, Sara era una furia. Da quello che riuscii a capire si trattava di una ventina di minuti in eccesso rispetto all’orario riportato dal ticket del parcheggio.

Tanto bastò per far saltare i nervi a Sara.

Non so perché, ma ebbi l’impressione che non fosse la prima volta che si trovava in situazioni simili.

Ovviamente non badai troppo all’episodio e non ne feci cenno nel nostro successivo incontro. Sara divenne a tutti gli effetti un membro del nostro staff che lavora ancora oggi al giornale.

Scoprirò soltanto dopo, nei nostri anni di collaborazione, che Sara aveva, ed ha, un grande problema col codice stradale italiano.

In realtà non è neanche necessariamente colpa sua. È che Sara attira le multe come le api attirano il miele.

Ogni giorno entra in ufficio con qualcosa di nuovo ritirato dalla corrispondenza casalinga: un eccesso di velocità, un divieto di sosta, un semaforo “giallo tendente al rosso” e chi più ne ha più ne metta.

Se fossero reati penali, Sara avrebbe una decina di ergastoli da scontare già da parecchio tempo.

A questo punto però è necessario che spezzi una lancia a suo favore: Sara è distratta, è vero, ma anche molto poco aiutata, sia dalla buona sorte che dallo Stato.

Insomma, mettila come vuoi, prendere multe è praticamente l’hobby preferito di Sara.

Probabilmente è per questo che il giorno in cui abbiamo stampato la guida “Come non pagare le multe ingiuste” ero estremamente felice.

Per l’occasione organizzammo uno scherzo: un gruppo di ragazzi si sarebbe occupato di tutto il progetto senza che Sara ne sapesse nulla, mai.

Modestamente, ho una redazione di geni. Lo so.

E così, un bel giorno, i miei collaboratori fecero trovare a Sara un pacchetto sulla sua scrivania, con tanto di fiocco rosso e un biglietto allegato “Adesso non hai più scuse”.

All’interno, ovviamente, c’era “Come non pagare le multe ingiuste”, in una versione speciale firmata da tutti i suoi colleghi.

La cosa divertente è che temevamo davvero che nemmeno quella guida, così completa ed efficace, l’avrebbe aiutata. Sara era una che la multa ce l’aveva nel DNA, un caso quasi disperato.

Invece, con mia grande sorpresa, grazie a poco più di 30 paginette in formato mini, da quel giorno la vita di Sara è cambiata.

Ogni mese viene nel mio ufficio, sempre nello stesso giorno, solo per dirmi “Anche questo mese, ZERO MULTE!” con il suo classico sorriso a 33 denti.

Ed in effetti è esattamente così: grazie alla guida “Come non pagare le multe ingiuste” Sara ha scoperto che esistono numerose situazioni in cui le contravvenzioni sono illegittime e, come tali, contestabili.

Nella guida ha trovato tutto un elenco di casistiche-tipo, come affrontare le diverse situazioni e a quali enti rivolgersi per chiarimenti.

Non solo, “Come non pagare le multe ingiuste” fornisce anche un servizio civico, spiegando quali sono gli obblighi più importanti che un automobilista deve osservare.

Si, tecnicamente sono cose che dovremmo sapere tutti. Se non fosse che il nostro “sistema” tende spesso ad essere piuttosto “nebuloso”, e a rendere incomprensibili anche i concetti più semplici.

Certo, a volta la contravvenzione capita, e se hai sbagliato è giusto che paghi. Quello che forse non sai (Sara non lo sapeva, e le è stato utilissimo) è che esistono precisi sistemi di dilazione per pagare quanto dovuto in rate che non gravino sul bilancio familiare.

Come dici? Al comando dei Vigili Urbani non ti hanno accennato a questa possibilità?

E come mai non sono affatto stupito?

Dai retta a me… Chi fa da sé, fa per tre!

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