Quando fai un lavoro come il mio, dove ogni giorno hai la fortuna di misurarti con approfondimenti e inchieste sempre nuove, praticamente su tutti gli argomenti di interesse sociale che hanno importanza nella nostra vita, finisce che dopo un po’ sei una specie di “tuttologo”:
- Ricordi tutti i test pubblicati, quindi conosci a menadito la qualità di tutti i prodotti del supermercato
- Sai cosa fare quando ti imbatti nelle “ingiustizie burocratiche”: le tasse da pagare, le multe da evitare, i documenti da custodire, i numeri da chiamare per chiedere chiarimenti etc
- Sei più preparato di uno chef stellato in quanto a cotture dei cibi
- Sapresti distinguere l’olio di palma a occhio nudo
E chi più ne ha più ne metta.
Sul serio, quando fai l’editore del Salvagente rischi di diventare di botto l’uomo più noioso del mondo. Sai quelli che a scuola alzano sempre la mano per primi e che non stanno mai simpatici a nessuno?
Ecco, così.
Tre o quattro mesi fa, però, è successa una cosa curiosa.
Ero a casa e, come tutte le mattine, stavo facendo colazione con mia figlia prima di uscire. Adoro quel momento della giornata, quando ancora i pensieri di tutti gli impegni non hanno completamente invaso la testa e puoi goderti dei momenti in famiglia, trovo sia la carica migliore per affrontare la routine quotidiana.
Non sono un grande “mangiatore mattutino”, solitamente prendo un caffè e do due morsi alla prima cosa che mi capita a tiro. Mia figlia, viceversa, non si priva mai di un bel bicchiere di latte. Come tutti i bambini, lo adora.
Quella mattina però, a differenza di tutte le altre, se ne stava lì in silenzio davanti a quella tazza colma senza toccarla. Io la osservavo divertito, sono letteralmente affascinato dal mondo variegato che passa davanti agli occhi dei bambini quando non parlano, e sono lì assorti a pensare.
Tanto sapevo che, dopo un silenzio così, sarebbe arrivata una qualche domanda su chissà quale argomento.
E puntualmente:
“Papà posso chiederti una cosa?”
“Dimmi amore.”
“Che cos’è il latte?”
La domanda era legittima. In fondo lo beve ogni mattina.
“Beh, il latte è una bevanda che fa tanto bene ed è anche buona, non è vero?”
Mi guardava sospettosa, non l’avevo convinta.
“Si ma da dove viene?”
“Beh da molti animali in realtà, ma soprattutto dalle mucche.”
“Anche questo viene dalle mucche?”
“Certo tesoro”
Speravo di essermela cavata, ovviamente non era così.
“Papà…”
“Dimmi amore.”
“Ma le mucche soffrono quando ci danno il latte?”
Dovevo prevederlo.
“No certo che no. Anzi, sono felici, perché sanno che dando il latte per te tu lo berrai e crescerai sana e forte.”
“E come sai che sono felici? Te lo hanno detto?”
“Certo, e poi lo sanno tutti che le mucche vogliono tanto bene ai bambini e sono felici di dare il latte per loro.”
“Ok… Ma come fanno a darlo?”
Domanda ovvia, dal momento che avevo millantato un filo diretto con un’intera razza di animali adesso si aspettava che conoscessi tutti i dettagli. Non feci però in tempo a formulare una risposta consona che mi incalzò già con un’altra domanda:
“E senti, quali altri animali lo fanno il latte? E perché certe volte è in polvere? Si è seccato? E dove lo conservano? E tu perché non lo bevi? Alla televisione ho sentito che ai grandi a volte il latte fa male, è vero? Fa male anche a te?”
Un uragano di domande. Avevo aperto il vaso di Pandora.
Ora, in qualche modo riuscii a cavarmela, anche se adesso come adesso non so dirti quanti voli pindarici abbia dovuto fare per uscire indenne da quella conversazione. La cosa interessante però è un’altra: io, sull’argomento latte, non ero affatto preparato.
Sul serio. Nonostante le domande di mia figlia fossero ovviamente “semplicistiche” mi resi conto che parlavamo di un argomento del quale sapevo poco o nulla.
D’un tratto pensai al Matteo noioso che, essendo editore del Salvagente, ricorda qualche informazione di qualsiasi argomento. All’improvviso mi mancava.
In quel caso non ero stato “noioso”, ma nemmeno preparato. E fra le due preferivo sicuramente la prima.
Certe cose le apprezzi solo quando non le hai, sarebbe la morale perfetta. E per mia fortuna l’occasione fu la guida che di lì a poco avremmo pubblicato: “Le qualità del latte”, un approfondimento esclusivo pieno di informazioni utili sulla bevanda più amata dai bambini.
- Le tipologie di latte e le loro qualità
- I metodi di conservazione
- I benefici per l’organismo e le dosi consigliate
- I potenziali danni e le intolleranze
E molto, molto altro. Praticamente un’enciclopedia tascabile per genitori di bambini curiosi a colazione. Ad averla avuta prima, sarei stato preparatissimo.
La guida “Le qualità del latte”, tra l’altro, sfata una serie di miti riguardo a questa bevanda che ancora oggi sono durissimi a morire, e che alimentano le credenze – errate – di molti adulti che pensano di esserne intolleranti quando invece non lo sono.
Non voglio anticiparti nulla, ma c’è una forte probabilità che il motivo per cui “non digerisci il latte da quando sei diventato grande” sia da imputare a una ragione che non immagineresti mai.
Insomma, se hai dei figli che prima o poi ti chiederanno conto di ciò che somministri loro ogni mattina (non pensare di salvarti a riguardo) o se semplicemente sei curioso di sapere quanti benefici POCO PUBBLICIZZATI si nascondono dietro il latte, dovresti proprio dare un’occhiata alla guida esclusiva del Salvagente realizzata insieme ai migliori esperti italiani sul tema.
Oppure aspettati che i tuoi figli, leggendo questo post, ti tempestino di miliardi di domande!