Giovedì scorso ho visto un programma in tv molto interessante. Si tratta di un format americano, da quello che ho capito anche molto seguito. Praticamente il concetto base dello show è andare ogni settimana a visitare diversi tipi di “comunità” sparse negli USA e nel mondo.
Per “comunità” si intendono gruppi, associazioni o quant’altro che hanno un obiettivo o una convinzione in comune. Ovviamente lo scopo del programma è andare a scovare quelli più strampalati, dagli amanti degli alberi che adorano stare abbracciati agli arbusti tutto il giorno (giuro, organizzano delle gite nei parchi per questo!) ai collezionisti di sassi urbani (si, urbani. Pietre o sassolini di cemento, scarti di cantiere, tutto quello che trovano in strada. E se le scambiano anche, ma non chiedermi come fanno a determinarne il valore).
Insomma, ogni gruppo con la sua stranezza, più o meno evidente.
La scorsa settimana, ti dicevo, ho guardato una puntata e si parlava di un argomento piuttosto attuale, poiché per certi versi, riguarda il nostro quotidiano anche se siamo ben lontani dalle logiche delle “comunità”: l’invasione del mondo moderno.
Te la faccio breve: in non so quale stato americano esiste un’associazione di persone che vivono insieme (alcuni solo nel weekend, altri per tutta la settimana) che hanno in comune il rifiuto totale per tutto ciò che è moderno e oppressivo.
La cosa bella però è che a differenza di molte altre comunità similari, questi tipi qui non partivano dal classico presupposto “la tecnologia ci rovina, siamo diventati un popolo di consumisti e bla bla bla”. La loro fissazione infatti è che a danneggiarci sia il sistema burocratico, molto più di quello commerciale, sociale, tecnologico etc.
In pratica siamo vittime sacrificali di un apparato che sin dalla nascita ci classifica, ci cataloga, ci fornisce dei codici identificativi e richiede che interagiamo con il sistema attraverso un freddo e complesso sistema di carte, documenti, timbri e bolli.
La sintesi è acuta, perché in fondo è piuttosto vicina alla realtà: nasciamo con l’esigenza di essere registrati all’anagrafe, trascorriamo la vita venendo catalogati in base al nostro percorso accademico o producendo “testimonianze documentali” del nostro lavoro (fatture, ritenute d’acconto, bolle accompagnatorie, contratti, buste paga etc) e identificati attraverso specifici documenti di riconoscimento che periodicamente vanno aggiornati.
Per la maggior parte di noi tutto questo è assolutamente normale e gestibile, ma evidentemente per qualcuno il peso di questa scure è troppo grande da sopportare, e l’unica via d’uscita è scegliere un’esistenza lontana da tutto questo, ove l’interazione è unicamente “dal vivo”, dove il lavoro consiste nel procurarsi il cibo, dove i più eruditi insegnano ai più giovani (almeno dal momento in cui la legge scolastica lo consente) e quant’altro.
Affascinante per certi versi, non trovi?
Devo dirti che ho trovato quella puntata meno “bislacca” delle altre, poiché ritengo che quella comunità sia basata su un’esigenza che non è assolutamente da sottovalutare, anche nella nostra piccola porzione di mondo.
Non ci avevi mai pensato? Forse sei un tipo pratico, che non bada molto a queste cose, non ha slanci libertari in stile “Into the wild” o più semplicemente pensa di avere tutto sotto controllo da questo punto di vista.
Se è così, sono davvero felice per te. Tuttavia voglio farti una domanda. Hai una cantina?
Immagino di si. E se non è una cantina è una soffitta, o un box, oppure un ripostiglio. Un posto dove ci schiaffi dentro la roba che non usi, insomma.
Beh, se quel posto è più o meno come immagino, lo avrai riempito con miliardi di carte, documenti, attestati, certificati di cui non ricordi neanche la metà. Ti fermo subito: è perfettamente normale. Non possiamo fisicamente avere un quadro chiaro di tutta la corrispondenza che ci arriva negli anni e di tutti i fogli che fisicamente ci passano davanti agli occhi.
Molti di essi, peraltro, sono perfettamente inutili. Potresti buttarli anche adesso, davvero. Il loro valore legale è nullo. Il problema è che non sai quali solo, e in tutta franchezza è meglio che non lo fai, perché rischi di buttare invece un documento importante che viceversa va conservato per qualsiasi evenienza.
Ti ci ritrovi in questa descrizione?
Ok, passiamo all’argomento numero due: prova a fare una veloce lista mentale di tutti i documenti di riconoscimento che possiedi.
Per aiutarti io farò la mia, tanto siamo lì:
carta d’identità, passaporto, codice fiscale, tessera sanitaria, patente.
Adesso sapresti dirmi, con la stessa velocità, quando scadono tutti questi documenti?
Immagino di no, probabilmente dovresti andare a controllarli uno per uno.
Il problema è che non scadono tutti insieme, quindi periodicamente devi verificare le date dell’uno o dell’altro e procedere ai vari rinnovi, che intanto si vanno a sommare con le altre scadenze della tua vita come il mutuo, l’assicurazione della macchina, le rate della caldaia che hai appena comprato, le bollette etc.
È un lavoro, diciamoci la verità.
Se sommi le due cose, le carte che conservi in cantina e i documenti personali, dovresti avere un computer di ultima generazione al posto del cervello per avere un quadro REALMENTE CHIARO della tua situazione.
Il problema è che l’imbuto burocratico assomiglia più a una tagliola, che a un amico. Se vuoi tenerti aggiornato su tutte queste cose devi informarti in almeno dieci uffici diversi, più qualche sito web, la consulenza di un CAF o del commercialista, e qualche volta pure dell’avvocato.
E se sbagli qualcosa, sono multe. Hai presente le cartelle pazze di cui si è fatto un gran parlare negli ultimi tempi? Ecco, basta gettare una contravvenzione PAGATA che viene erroneamente rivendicata dall’agenzia delle entrate, per doverla pagare di nuovo.
Senza contare le multe in caso di documenti di identità scaduti.
È pensando a questo che ho intuito quanto avessero ragione i tipi americani del programma tv, quelli della comunità “anti-sistema”, lontani dal giogo della burocrazia.
Certo, quelli fanno un po’ troppo sul serio per i miei gusti, ma il principio è più che giusto: se non metti un freno alle regole della burocrazia rischi di finirci imbrigliato, in quella rete. Con buona pace del tuo benessere mentale (di’ la verità, non sei già più nervoso al solo leggere tutto l’elenco che ti ho scritto?)
A questo punto le scelte sarebbero due: diventare un attivista dell’associazione contro la modernità? Troppo estremo.
Farsi installare un pc portatile nella testa? Interessante, ma impossibile e pure un po’ inquietante.
Non disperare. C’è una terza strada percorribile, quella che ti salverà dalla prossima volta in cui deciderai di fare “una pulizia generale in cantina” senza sapere nemmeno da che parte cominciare.
Il suo nome è “Sopravvivere alla burocrazia”, ed è una guida realizzata dal Salvagente esattamente per aiutarti a fronteggiare tutte le regole, regolette e cavilli del sistema sociale moderno.
Sto parlando di un vademecum ECCEZIONALMENTE UTILE per scoprire in poche pagine tutto quello che devi sapere sui documenti che gravitano intorno alla tua vita: dalle scadenze dei documenti agli uffici cui rivolgersi, dalle possibilità elettroniche messe a disposizione delle nuove leggi (poco pubblicizzate, sennò finisce che spendi di meno in bolli e bollini…) a tutti i consigli per muoversi nell’intricata rete della burocrazia italiana a tutti i livelli.
- Con la guida “Sopravvivere alla burocrazia” scoprirai che esistono documenti elettronici che possono sostituire in tutto e per tutto quelli che già possiedi.
Non solo, imparerai che almeno la metà delle carte che conservi in cantina sono ormai prive di qualsiasi valenza legale. Puoi buttarle, davvero. Anche se fino ad oggi pensavi che ti servissero perché “Non si sa mai”. Invece si sa. Così come esistono documenti che da cui non dovrai MAI SEPARARTI anche se vecchi di anni, proprio per non incorrere in multe e sanzioni.
Ma cosa forse più importante di tutte, la guida ti mostrerà tutti i trucchi per risparmiare tempo in lunghe code all’ufficio informazioni della circoscrizione, elencandoti tutto quello che c’è da sapere sulla scadenza dei documenti, le possibilità di rinnovo, le nuove regole sempre in aggiornamento del sistema burocratico italiano e un prezioso approfondimento su tutti gli obblighi da assolvere in occasione di un nuovo nato.
In poche parole, hai la possibilità di diventare un membro PRO della comunità anti-sistema del programma che ti dicevo, senza muoverti di un centimetro. Rispetto a loro, però, combatterai e VINCERAI PER SEMPRE la battaglia contro la ragnatela burocratica, imparando a conoscere i tuoi diritti invece di scappare e darti alla coltivazione solitaria delle pannocchie.
A meno che tu non sia un’amante delle pannocchie. Certo. Ma in quel caso ti suggerisco un orticello in giardino, senza bisogno di “emigrare”!